Il 9 novembre 2015, la Corte di Cassazione in merito ad un caso riguardante l’investimento di un pedone in ambiente lavorativo ha decretato che, in tema di sicurezza e salute sul lavoro, al datore non basta prevedere il possibile rischio all’interno del DVR per escludere le sue responsabilità.
L’attenzione viene dunque posta sul fatto che, anche se un rischio dovesse essere previsto all'interno dell’apposito Documento, tale “predizione” non avrebbe nessuna valenza in caso d’incidente se il datore non dovesse aver fatto nulla per neutralizzare il pericolo.
Viene quindi condannato l’atteggiamento omissivo da parte del datore o da chi da esso viene delegato ai compiti di responsabile per la sicurezza, poiché il ruolo ricoperto lo pone in una posizione di garanzia che lo obbliga ad un ruolo attivo anziché passivo.
Per rispondere a tutti quei titolari di impresa che stanno leggendo e pensano:
"si vabé, adesso devo anche stare a guardare i miei dipendenti cosa fanno,
noi qui dobbiamo produrre, mica fare da balia!!"
Al di là di meri discorsi legislativi, burocratici e giuridici, è interessante notare come con questa sentenza la Cassazione abbia voluto mandare in qualche modo un segnale, un messaggio forte che intende sottolineare la volontà di punire tutti quei comportamenti negligenti o se vogliamo pigri a cui spesso tocca assistere nell’ambiente lavorativo e per causa dei quali, a volte, a rimetterci sono dipendenti che vedono messa a rischio la propria sicurezza da chi, invece, altro non dovrebbe fare se non garantirla.